Released Albums

NORTH – EAST Blues

Mark Slim – guitar & vocals
Fabrizio Soldà – harp

In April 2009 Mark Slim and the harp player Fabrizio Soldà have released their first self produced CD: “NORTH – EAST Blues”. Plaied in the old Delta Blues style, they present original songs and covers in which they talk about true life troubles like: ended marriages, unemployment, mobbing at work, depressed people… true stories which happen every day in a rich land like the North – East of Italy.

Produced by Mark Slim & Fabrizio Soldà – 2008
Recorded & mixed between April – September 2008 by Alessandro Cerato at San Germano dei Berici (VI), Italy
Equalized & mastered by Mauro Santinello at True Colours Studio – Padova, Italy

Catfish Blues

NORTH – EAST Blues

Divorce Blues

NORTH – EAST Blues

Green river Blues

NORTH – EAST Blues

Hard time killing floor Blues

NORTH – EAST Blues

North – East Blues

NORTH – EAST Blues

Duo blues veneto che riporta tutto a casa, nel segno della tradizione del Delta blues acustico più essenziale che tanto ha conquistato nuovi adepti fra le ultime generazioni di musicisti. Mark Slim (chitarra e voce) e Fabrizio Soldà (armonica) trovano una linea anche ironica di congiunzione fra il lontano Mississippi e il “deserto” della loro provincia italiana, con storie di depressione e disoccupazione che possono scovare spunti anche fra i classici del genere. Tra i pochi brani originali firmati dalla coppia si mettono in evidenza l’apripista Divorce Blues e una sarcastica My Boss is a Dirty Speculator, attorniate poi da una serie di classici che rappresentano la quintessenza della materia. Il rischio in questo caso è di finire nel vicolo cieco di una riproposizione un poco abusata, se è vero che Baby Please Don’t Go, Catfish Blues, That’s All Right o la leggendaria Hard Time Killing Floor Blues di Skip james sono nell’insieme brani immortali che un appassionato di blues avrà sentito reinterpretare almeno un centinaio di volte e in mille dischi. Mark Slim e Fabrizio Soldà approcciano il repertorio da una angolazione indubbiamente scarna e a tratti anche inedita per alcuni episodi (si vedano Bright Lights Big City di Jimmy Reed o la Big Boss man di Willie Dixon, storicamente più legate al sound elettrico di Chicago), anche se il vero ostacolo è mantenere alta l’attenzione nella resa così asciutta delle canzoni. Il punto a favore del duo è il rispetto dello stile strumentale (Slim ha un passato in altre formazioni e una lunga frequentazione del Texas e dei musicisti americani con cui ha studiato e suonato), quello invece che li mette in difficoltà è l’interpretazione indecisa, sia alla voce sia nel gioco fra chitarra e armonica, spesso non dotato di quella aggressiva passione che il genere richiederebbe. Così le varie Santa fe Blues di Lightnin’ Hopkins o Green River Blues di Charlie Patton finiscono per perdere mordente, non aiutate inoltre da una pronuncia che andrebbe decisamente migliorata per cogliere fino in fondo la forza perenne di queste testimonianze blues dal passato.

Fabio Cerbone, www.rootshighway.it

A brave Italian duo plays the Blues in the Sonny Terry and Brown McGhee tradition.
Si può esser solo coraggiosi a voler suonare il Blues in duo acustico – chitarra e armonica – perché se da un lato si rimonta al periodo più bello del Blues – quello puro degl’avi direbbe qualcuno – dall’altro i modelli sono spietatamente irraggiungibili. Da Sonny Terry e Brown McGhee, probabilmente il meglio che la musica afro-americana abbia mai prodotto, al Blues acustico urbano di Satan e Adam passando per Chepas e Wiggins, Riley e Corritore e un’altra pattuglia di artisti sopraffini, Marco Carraro e Fabrizio Soldà potrebbero anche passare per due arroganti esaltati. E invece no, perché con un paio d’aggiustamenti ossia una produzione degna di tal nome e un cantante vero, questo North-East Blues sarebbe potuto esser un disco eccellente. Il suono piatto forse rappresenta una scelta per dare una mano di vintage, ma purtroppo installa anche una certa monotonia che rende l’ascolto un filino pesante per i nonfanatici del genere. Mancano gl’attacchi fulminanti di Terry e McGhee, il groove nervoso di Satan e Adam, mentre si sente chiaramente uno sforzo di ricerca non indifferente, una musicalità compiuta e buone capacità tecniche. I fondamentali ci sono dunque: l’importante è riuscire a crescere dentro una tradizione senza diventarne prigionieri, osare dove non si è mai pensato di farlo. La musica italiana ha bisogno di gente come Carraro e Soldà, gente che pensa alla musica prima e ai fronzoli dopo. Sperando che promoters e organizzatori assortiti non dimentichino questo coraggioso duo, non possiamo che augurargli migliori fortune che potranno solo esser il risultato di duro studio e lavoro. Un plauso supplementare per lo sconfinamento nel sociale.

Luca Lupoli , Il popolo del Blues

Giovani, autentici e fedeli cantori della tradizione: Mark Slim (chitarra e voce) e Fabrizio Soldà (armonica) si presentano sulla scena blues con questo North – East Blues, chiara allusione alla provenienza geografica del duo; il lavoro é una fotografia di ascolti e riproposizioni sempre attenta alle radici dello stile afro-americano; l’idioma blues é affrontato senza reticenza a 360° passando per C. Patton, Sam L. Hopkins, Jimmy Reed e Gary Davies; gli aspetti di transizione urbana sono ripresi con Help Me di S. Boy Williamson II; in altre parole, Mark Slim e Fabrizio Soldá appartengono alla razza degli uomini coraggiosi scegliendo classici ostili, “Roll and tumble blues”, “Green River”, “From four until late”; un coraggio che unito alla propensione per il metallo sferzato della slide che ornamenta tra l’altro l’originale North – East Blues ce li fa apprezzare senza riserve.

Gianandrea Pasquinelli, www.bluestime.it

Il nord-est… terra di emigranti, di piccole e medie imprese, e di blues. Una terra che ha prodotto dei bei frutti nell’ambito della nostra musica: alcuni festival importanti, diversi musicisti di valore, e non ultimo questo duo di blues acustico, alfiere di uno stile decisamente poco frequentato nella nostra penisola, ma che ultimamente sta pian piano guadagnando spazio e interesse. Mark Slim, classe 1982, padovano, ha già un bel curriculum con diverse esperienze interessanti alle spalle, in particolare un periodo trascorso in Texas sia da studente di chitarra che da performer nei locali di Austin.

Pur avendo suonato principalmente in band elettriche, Mark si presenta con questo disco in versione acustica accompagnato dal partner Fabrizio Soldà, bravo armonicista dall’ottimo suono. Salta subito all’orecchio l’eccellente amalgama fra i due: chitarra e armonica si inseguono e si incastellano alla perfezione, mostrando un notevole affiatamento. La scelta delle cover (13 brani su 16) è abbastanza varia: si va da classici molto sfruttati a brani misconosciuti. Fra i primi la resa è variabile: accanto a pezzi un po’ deboli nell’interpretazione (From four until late, Help me) ve ne sono altri resi in maniera personale ed efficace (Catfish blues). Di particolare interesse i tre originali, incentrati su scorci di vita vissuta e problemi quotidiani (Divorce blues, North-East blues, My boss is a dirty speculator). L’unico punto debole, a parer mio, è la voce di Mark, ancora acerba nella pronuncia, nel tono e nell’interpretazione, meno profonda e drammatica di quanto l’accompagnamento musicale – semplice ma azzeccato – richiederebbe. Si tratta comunque di un disco interessante e di un duo da seguire con attenzione il cui sforzo di proporre una musica al di fuori dei soliti clichées va premiato.

Carlo Pipitone, www.bluesguitar.it

Disco d’esordio, dedicato al Blues acustico, questo “North-East Blues” del duo Mark Slim (chitarra e voce) e Fabrizio Soldà (armonica). Già dal titolo è possibile risalire alla provenienza dei due giovani musicisti: quel Nord-Est d’Italia che ha nel Veneto il proprio centro di gravità.
L’assonanza geografica tra il Delta del Mississippi e quello del Po fornisce ai nostri lo spunto per collegarsi virtualmente alle narrazioni proprie della cultura Blues neroamericana: disagio sociale, lavoro nero, discriminazioni e tanta povertà. A tal proposito, all’interno della copertina, sono proposte delle foto d’epoca che raccontano di un mondo rurale che non c’è più e che, nello specifico, ha lasciato posto alle fabbriche ed alle tante attività imprenditoriali che fanno oggi del Nord-Est la parte economicamente più dinamica d’Italia. E non posso fare a meno di pensare al susseguirsi dei corsi e ricorsi storici e di come il delta di un grande fiume porti con se (per ironia della sorte) anche qui da noi come nel Mississippi di allora: discriminazione, indifferenza e spesso razzismo verso i migranti. Ma questa è un’altra storia… Marco Carraro (aka Mark Slim) è un chitarrista padovano, men che trentenne, che è stato diverse volte negli States riuscendo a costruirsi un ricco curriculum grazie alle tante collaborazioni. Fabrizio Soldà è armonicista dalla buona personalità che dimostra di aver appreso tanto dall’ascolto dei grandi dello strumento. Il duo ci propone un repertorio country blues fatto prevalentemente di covers (J. Rogers, S. Hopkins, C. Patton, J. Reed, G. Davis, ecc.) e da tre originals in perfetto stile: “Divorce Blues” (brano d’apertura del CD), la title track “North-East Blues”, e “My Boss Is A Dirty Speculator”.
Dato per scontato il lavoro meritorio che Mark Slim e Fabrizio Soldà hanno svolto nell’operazione di recupero di brani e protagonisti del Blues acustico, mi pare che in questo caso l’accademia abbia finito per prevalere sul feeling, come in una sorta di compito ben fatto ma che non va oltre la sufficienza. Assente di lusso la voce che in una formazione a due riveste un ruolo assolutamente primario e fornisce “credibilità” all’insieme. Il Blues acustico (Country Blues, Delta o Piedmont che sia) ha le sue regole stilistiche che abbiamo decodificato e studiato. Ma non sono certo il finger picking, le accordature aperte e le note piegate che fanno il Blues (fosse così facile…).
Sono sicuro (scusate la presunzione) che anche Mark e Fabrizio, fra qualche anno, sapranno riconsiderare questa esperienza discografica con maggior senso critico.                                   

Michele Lotta, KBLF Blues Web Magazine

Disco estremamente interessante quello di Mark Slim e Fabrizio Soldà. Un disco dal suono diretto e senza fronzoli che piacerà soprattutto a coloro che apprezzano il sound grezzo e sincero del vero Mississippi Blues. L’album è ciò che è venuto fuori da quattro anni di intensa e fruttifera collaborazione tra due bravi e giovani musicisti veneti: il chitarrista e cantante Marco Carraro (in arte Mark Slim) e l’armonicista Fabrizio Soldà. Sedici le tracce contenute nel CD, tra brani originali ricchi di ottimi spunti, e personali rifacimenti di composizioni che arrivano direttamente dai grandi padri del Blues ovvero Lightnin’ Hopkins, Charlie Patton, Big Joe Williams, Guy Davis, Robert Johnson, Jimmy Reed, Sonny Boy Williamson II, Skip James e Sonny Terry. L’ho già scritto più volte ma non mi stancherò mai di ripeterlo: il futuro del Blues made in Italy (ma con il cuore in Mississippi) è in buone mani.

Fabrizio Poggi, FOLK BULLETIN n°256

Modi diversi da parte dei giovani di esternare delusioni e amarezze. C’è chi lo fa coalizzandosi per reclamare il disagio sociale e politico manifestando in corteo o nelle piazze, e c’è chi lo fa con uno strumento molto antico come la musica, come nel caso del giovane bluesman di Padova, Marco Carraro. La lettera che ci ha inviato insieme al CD d’esordio “North-East Blues” realizzato in duo, Mark Slim (cioè lui) chitarra acustica e voce e Fabrizio Soldà armonica, ci ha molto colpito per la semplicità con cui ha descritto il malessere con il quale è costretto a vivere nel “ricco ed efficiente nord est”, il Veneto. Egoismo, perdite di posti di lavoro, morti sul lavoro, razzismo, perdita di sentimenti e valori della vita. Purtroppo sono episodi amplificati anche nel resto d’Italia, nonostante l’attuale maggioranza di Governo tenda a mistificarli. Come allora esorcizzare il malessere se non suonare una musica come il blues, essa stessa specchio di storie di vita. Il duo lo ha fatto con un piglio ancora forse un po’ troppo elementare, ma con la voglia di esprimere attraverso testi di loro composizione, situazioni drammatiche come le separazioni familiari in “Divorce Blues”, l’esasperazione quotidiana del vivere in “North-East Blues” e i soprusi del datore di lavoro in “My boss is a dirty speculator”. L’album è composto anche da rivisitazioni di pezzi della tradizione, ai quali hanno dato la loro personale impronta siano essi “That’s all right” (Jimmy Rogers), “Green river Blues” (Charlie Patton), “Watch over me” (Guy Davis), “Big boss man” (Willie Dixon) o traditional come “Catfish Blues”. Due giovani bluesman con le idee chiare.

Silvano Brambilla, IL BLUES n°108

Più che promettente debutto discografico di due dei nostri migliori talenti.

Particolarmente apprezzabili le composizioni originali.

Luigi Monge, Blouisletters # 17

“North-East Blues” è un tuffo nella pura tradizione musicale afro-americana! Con questo album completamente acustico Mark Slim (chitarra e voce) e Fabrizio Soldà (armonica) ci offrono una manciata di canzoni attinte dal repertorio dei grandi maestri che hanno ispirato la loro musica, ma anche tre brani propri che dimostrano quanto sia viscerale il loro amore per il Blues! Assolutamente splendide le versioni del tradizionale Catfish Blues, di Green River Blues di Charley Patton, e di Hard Time Killing Floor di Skip James, quest’ultima poi è cantata magnificamente. E quando ci si misura con maestri di questo calibro ed il risultato che ne esce è un lavoro dello spessore di “North-East Blues” vuol dire che i nostri hanno superato l’esame a pieni voti. Disco che si fa ascoltare ininterrottamente per più volte, “North-East Blues” non può mancare nello scaffale di qualsiasi amante del blues più genuino, e qui ne abbiamo a sazietà!

Maurizio Donola

Katrina

Mark Slim – guitar & vocals
Martino Repetto – rhythm guitar on tracks 1,2,3,4,5,7,8,10,11,13,14 & solo on tracks 5,7,11
Luca Dell’Aquila – bass
Marco Manassero – drums

This is my new CD, the second one after “NORTH – EAST Blues”, the first with my full band. Mostly West Coast sound with a retro flavour in memory of my heroes like T-Bone Walker & Pee Wee Crayton. Just a trio with a second guitar without a piano and a horn section, but we tried to maintain at the same the old sound. Fourteen songs, eight originals like: the title track Katrina, Mark Slim shuffle, Tell me, what have I done wrong?, Hard times Blues, Blues for Sabrina…
This CD is dedicated to all the people in New Orleans, Louisiana who in August 2005 lost everything with the hurricane Katrina and to the memory of: Aaron “T-Bone” Walker (this year are 100 years from his birth), Connie Curtis “Pee Wee Crayton” and Goree Carter who inspired me to play guitar.

I hope you like it and to see you at the next gig in your town!!!  Mark Slim

Produced by Mark Slim – 2010
Recorded live at TRUE COLOURS STUDIO – Padova, Italy by Mauro Santinello: November 23rd 2008, January 14th 2009 & September 18th 2009
Mixed & mastered by Mauro Santinello at TRUE COLOURS STUDIO – Padova, Italy

Blues for Sabrina

Katrina

Hard times Blues

Katrina

Katrina

Katrina

Mark Slim boogie

Katrina

Tell me, what have I done wrong?

Katrina

Mark Slim, il cantante / chitarrista Padovano è in una fase di grande crescita artistica musicale; abbiamo da poco licenziato il suo convincente lavoro acustico in compagnia di Fabrizio Soldà (che potete trovare in questa stessa pagina) ed ecco qui una nuova e inattesa uscita: Katrina in quartetto elettrico; un disco omaggio alle vittime e ai superstiti del tremendo Katrina e un’occasione per dimostrare una inconsueta abilità nel maneggiare diversi stili blues; 14 tracce, pochi remake, molti originali, tutti scelti con intelligenza e gusto tra gli archivi delle diverse aree geografiche; Texas blues, con omaggi a Lightnin’ Hopkins e Jimmie Vaughan, le regioni del delta con Big Road Blues e Pony Blues (un’idea già esplorata dai Canned Heat), il West Coast con Bop Hop di Pee Wee Crayton; Mark Slim ha profondi ascolti e tecnica chitarristica flessibile e ponderata, capacità inconsuete in giovane età, valori che lo rendono umile e appropriato nei diversi contesti esplorati; un maggior lavoro sulla vocalità consentirebbe un ulteriore salto di qualità e un posizionamento ai primi posti della chitarra blues italiana.

Gianandrea Pasquinelli , www.bluestime.it